Partita Iva o prestazione occasionale?
Il mondo di internet, oggi come oggi, offre un’infinità di opportunità di guadagno, alcune non molto rilevanti e altre ben più sostanziose. In ogni caso, chiunque si accinga a guadagnare qualcosa su internet, viene sempre preso dal dubbio di dover, in qualche modo, dichiarare il proprio guadagno. Ed è proprio in merito a ciò che il concetto diviene non poco contraddittorio. Il dubbio fondamentale, che coinvolge soprattutto i blogger, consiste nella differenza che esiste tra l’apertura di una Partita Iva e la dichiarazione dei guadagni sottoforma di prestazione occasionale.
In generale, la dichiarazione di collaborazione occasionale può essere effettuata sotto determinate condizioni, che sono le seguenti: innanzitutto il lavoratore in prestazione occasionale non può effettuare, per lo stesso committente, più di 30 giornate lavorative nell’arco dell’anno, e, di conseguenza, non può ottenere un guadagno complessivo che superi i 5000 euro lordi.
E’ bene chiarire e ribadire, ancora una volta, che il limite delle 30 giornate lavorative in un anno non si riferisce al totale del lavoratore, bensì al numero totale di giornate che egli dedica per il lavoro presso uno stesso committente.
La somma dei compensi, tuttavia, si riferisce al totale, lordo, percepito dal lavoratore come somma dei guadagni relativi alle diverse prestazioni.
Se il lavoratore non rientra all’interno di questo target, vedrà, ovviamente, cadere la natura occasionale dell’attività prestata in quanto questa non risulterà conforme alla caratteristica di sporadicità che dovrebbe contraddistinguerla.
Se, infatti, il lavoratore offre un servizio in maniera regolare, esso necessita di una Partita Iva che gli permetta di svolgere la professione.
Entrando, però, nella particolare situazione che riguarda blogger e scrittori freelance, andiamo ad analizzare tutti gli aspetti più critici, fornendo chiarimenti in merito.
Prima di tutto è necessario sottolineare che, secondo la legge, qualsiasi reddito percepito deve essere dichiarato. Tuttavia secondo la legge ( D.P.R. 633/72 ) << l’ imposta sul valore aggiunto si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o nell’esercizio di arti e professioni e sulle importazioni da chiunque effettuate >>.
Stando a questa frase, anche uno scrittore che venda i propri scritti sul web dovrebbe aprire una partita iva. In realtà questa interpretazione risulta essere sbagliata, in quanto c’è una sottile ma importante differenza tra professione e hobby.
Uno scrittore che occasionalmente venda, su internet, i propri scritti, come frutto di un hobby dello stesso, non è, quindi, tenuto all’apertura della partita iva, mentre, nel caso in cui lo scrittore, vendendo il proprio lavoro, eserciti una vera e propria professione, l’apertuta della partita iva è obbligatoria.
Il problema cruciale, quindi, risiede nella comprensione della differenza tra hobby e professione o, più precisamente, nel capire quando un hobby si trasforma in una vera e propria professione. All’interno del D.P.R. 633/72, all’articolo 5, si può trovare scritto: << Per esercizio di arti e professioni si intende l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di qualsiasi attività di lavoro autonomo da parte di persone fisiche ovvero da parte di società semplici o di associazioni senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata delle attività stesse >>.
L’attenzione deve essere posta sulla parola ” abituale “. Il proprio hobby, quindi, diviene una vera e propria professione quando lo si esercita in maniera continua e abituale.
La distinzione, quindi, tra abituale e occasionale può essere fatta in base ai criteri inizialmente citati, vale a dire che si ha prestazione occasionale se il lavoratore effettua una prestazione, per uno stesso cliente, per una durata inferiore ai 30 giorni e se il compenso totale annuo che esso percepisce non supera i 5000 euro lordi.
Se una di queste due condizioni, eventualmente, non dovesse essere soddisfatta, si parlerà, allora, di attività abituale.
In ogni caso, rimane sempre l’obbligo di dichiarare la totalità del proprio reddito compilando il modello UNICO.
Il medesimo discorso può essere fatto in merito ai guadagni percepiti con Adsense: per poter lavorare con questo network , è necessaria l’apertura di una partita iva, in quanto l’attività che si svolge per la gestione di un sito web che ti fa guadagnare dei soldi difficilmente può essere considerata un’attività amatoriale. Tanto meno può essere considerata un’attività occasionale, proprio perchè un sito si sviluppa, cresce, “guadagna” giorno dopo giorno per mesi/anni. Comunque il mio consiglio è quello, che nel caso in cui avete guadagnato delle cifre online, dobbiate sempre dichiarare tali entrate nella dichiarazione dei redditi, sotto la voce ” altri redditi “.
Questi concetti, tuttavia, sono spesso fonte di fraintendimenti, sia perchè la legislatura italiana risulta essere, il più delle volte, di difficile comprensione, sia perchè essa è soggetta a variazioni nel tempo.
Il consiglio ultimo, tuttavia, è quello di parlare di questi dubbi con un dottore commercialista che, sicuramente, saprà sciogliere ogni dubbio, oppure in alternativa, mandatemi una mail, con il vostro problema o dubbio e cercherò di analizzare il singolo caso, per verificare se sussistono o meno le condizioni di cui ho parlato sopra.
Ciao Vincenzo,
in questo articolo ho trovato informazioni molto utili e
che è difficile trovare online soprattutto in questo modo
così dettagliato.
In conclusione tutti coloro che vogliono crearsi un attività
redditizia online possono iniziare senza preoccuparsi di
sistemare la propria situazione fiscale.
L’apertura di un eventuale Partita Iva può essere rimandata
a quando i guadagni inizieranno ad essere consistenti e costanti
nel tempo, così come previsto dalla normativa.
Un saluto!
Buon giorno, ho di recente aperto un blog e sarei interessata in un vicino futuro a fare un po’ di pubblicità con ptc o altro. Mi pare di capire che ho un problema. Essendo dipendente pubblico, potrei farlo? No se dovessi aprire una partita IVA. ma non superando i 5000 euro l’anno? risulterebbe cmq un lavoro continuativo ?
Ringrazio anticipatamente.
Saluti
Eva
@Eva: Per rispondere in maniera corretta, dovrei conoscere in maniera più approfondita la tua situazione. In linea generale, il dipendente pubblico, non può essere titolare di partita iva, se non con apposita autorizzazione da parte dell’ente, presso cui si lavora. Nel caso non dovessi superare i 5000 euro l’anno, potresti dichiarare i redditi, nel modello Unico/730 tra i redditi diversi.
sono un medico libero professionista residente in italia con partita iva e vorrei sapere come giustificare fiscalmente incentivi, onorari e quant’altro ricevuto sotto forma di assegni o carta di credito da parte di imprese estere per la risposta a sondaggi online
grazie
salve vorrei sapere come scaricare i redditi provenienti da reddite passive su internet se dovessero superare i 5000 euro ?
salve, io credo di essere una delle figure più comuni interessate all’argomento: studente, nessuna p.i. con l’hobby del web e la possibilità di monetizzare con dei circuiti adsense di società italiane.
Sicuramente non supero il tettto dei 5000 annnui, ma come si fa a dire che l’attività non sia continuativa?
E’ vero che non si riceverebbero 30 pagamenti diversi da parte dello stesso committente (adsense) nell’arco di un anno, anche perchè si può scegliere di esser pagani anche al raggiungimento di altre soglie. Ma l’attività risulta comunque continuativa e non occasionale! Forse mi sfugge qualcosa. In moltissimi forum a tema si punta proprio su questo e quindi consigliano di aprire p.i. (impensabile per me) poi invece di contro queste società prevedono il rilascio della ritenuta d’acconto…sono SVARIATI anni che cerco di capire, o meglio, di trovare pareri concordanti.
Spero vivamente in una risposta\commento
Grazie
ciao
Si infatti,
anch’io vorrei cercare di capire, perché i pareri sono discordanti. Poi, da quando con i nuovi provvedimenti, tutti i movimenti bancari vengono trasmessi all’Agenzia delle Entrate, pare che siano previste sanzioni per chi guadagna con la pubblicità online e senza pIva anche redditi irrisori, mi riferisco a 10 o 20 euro mensili.
Ma vorrei capire quanto c’è di vero.
Potreste chiarire questo punto?
Grazie
Ciao Scrid, purtroppo, in questa materia c’è tanta confusione informativa, in quanto spesso, si cerca di trovare una soluzione univoca. Non c’è cosa di più errato, in quanto spesso, l’informazione varia, in base alla situazione personale del singolo individuo.
In merito al tuo commento, rispondo in maniera breve e sintetica. I dati delle movimentazioni bancarie, verranno comunicati all’Agenzia delle Entrate, tramite ” SERPICO “, che è il loro cervellone, informatico, che permette di sapere tutte le notizie relative ad un singolo individuo. Ma questo non significa, che se confluiscono 50 euro al mese di pubblicità online, ti ritrovi l’Agenzia delle Entrate dietro casa.
Il controllo sulle movimentazioni bancarie, avviene, solo nel caso in cui, c’è un certa percentuale di differenza, tra quanto dichiarato e quanto speso. Es. se io dichiaro 10.000 euro all’anno e poi effettuo costi per 100.000, questo insospettirebbe l’Agenzia delle Entrate, e potrebbe verificare tramite serpico, quali sono le movimentazioni in entrata, che hanno fatto si che io avessi quel tenore di vita.
Le cifre da te, indicate, vanno dichiarate, solo nel caso in cui, si hanno ulteriori redditi e questi si vanno a cumulare. Naturalmente per dichiararli, è necessario, che per riceverli tu abbia emesso una ricevuto o nota fiscale, e chi ti ha pagato, ti ha versato la ritenuta d’acconto, e comunica queste cifre con il modello 770.
Se ricevi 20/30 euro al mese, ed è la tua unica entrata, non devi assolutamente fare nulla.
Ciao, io sono studente non ho altre entrate, mi mantengono i miei genitori. Ma se ricevo 300euro in un anno tramite payoneer, tramite lavoretti/favori web online. Devo dichiarli in qualche modo?
Ciao,
Solitamente per cifre così piccole si usa la formula della prestazione occasionale: chi emette il pagamento trattiene il 20% che poi verserà allo stato.
Grazie, sei stato molto chiaro. Perché ho letto altri messaggi dai toni apocalittici!
Ciao Vincenzo e complimenti per l’utilissimo servizio che rendi.
Sono un dipendente statale ed ho iniziato a vendere corsi on-line con piccoli guadagni: si tratta quindi di una decina di entrate di circa €20, per un totale di poche centinaia di euro.
Vorrei chiederti se posso non aprire partita iva in tal caso se posso dichiarare i redditi utilizzando il modello 730 e come conteggiare le eventualmente le trattenute; considera che i proventi arrivano via paypal, quindi sono pagamenti che non conteggiano ritenute, tasse, etc. Devo eventualmente emettere forme di ricevuta diversa?
Un saluto e grazie mille.
Salve di nuovo,
ho letto l’articolo su come mettersi in regola con il fisco e in questo tuo commento però sostieni che se anche guadagni 50euro all’anno con la pubblicità online devi avere la partita iva
https://www.guadagnareconunblog.com/2011/01/guadagnare-online-come-mettersi-in-regola-con-il-fisco/?replytocom=28343#
Allora, non si può aspettare che i guadagni di un blog raggiungano prima una certa soglia. Mi pare che i due articoli si contraddicano.
Ciao. Ho da poco iniziato ad utilizzare siti per guadagnare online e volevo sapere se è cambiato qualcosa nelle norme! Per il momento sono ben lontano dai 5000 euro l’anno ma chissà, ma vorrei evitare i problemi
Ciao Antonio, troverai tutte le informazioni aggiornate che ti servono in un nostro recente articolo:
Guida: come dichiarare al fisco i guadagni online con o senza Partita Iva
Ciao,
ho sviluppato un gestionale per i Gruppi d’acquisto Solidale (www.portalgas.it) e faccio pagare un per ogni Gruppo d’acquisto Solidale un canone annuo di un 1 euro ad utente associato al Gruppo.
Avendo una decina di gruppi, per ognuno emetto una ritenuta d’acconto pari ad 1 euro X il totale degli iscritti di ogni Gruppi.
E’ un sito nato da poco e di piccole dimensioni, a fine anno arrivo ad un totale di 600 euro.
Essendo un “canone annuo” rientro ancora nella ritenuta d’acconto?
Grazie
Francesco
Ciao, purtroppo se manca il requisito dell’occasionalità della prestazione, la ritenuta non è più valida.