Come più e più volte io stesso ho scritto ed in generale avrai avuto modo di leggere in giro per il web, i link rivestono ancora un ruolo di centrale importanza nella strategia di posizionamento di un blog o sito web.
Acquisire link che siano di buona qualità e che possano dare una spinta al ranking è dunque molto importante per competere sulle parole chiave di nostro interesse, dalle più semplici alle più competitive.
Quello che molti non sanno però è come capire se un link è buono o invece potrebbe rivelarsi tossico e pregiudicare la visibilità del sito web, per una penalizzazione o semplicemente per la scarsa efficacia.
In questo post voglio proprio darti delle nozioni di base, che spero ti siano utili per capire in base agli elementi a tua disposizione se è il caso oppure no di acquisire un determinato link.
Appositamente non ti parlerò in modo adeguato di concetti come autorità, di metriche, percentuali di ancore e via dicendo.
Di cosa parla il blog ed il post che ti linka?
Primo aspetto di cruciale importanza: l’argomento. Innanzitutto, secondo la mia esperienza, i link ricevuti da siti e blog del tuo stesso settore, ti daranno una spinta maggiore di siti in altri settori o generalisti, il più delle volte.
Tuttavia ci sono tanti fattori da analizzare: specie nel caso di progetti editoriali, come giornali, magazine, siti di guide, ecc. è un caso molto raro che un tuo competitor ti dia un link.
Alla lunga dovrai necessariamente puntare su altro. Un link ottimo, in grado di migliorare il posizionamento del tuo sito, può tranquillamente venire da un blog che tratta argomenti affini o molto diversi.
Ciò che è importante è che il singolo contenuto, la pagina, il blog post, sia un ponte tra l’argomento principale del sito che ti ospita e quello che devi linkare.
Tradotto in un esempio banale, se il tuo sito sui gatti è linkato da un sito che ha come argomento principale la casa, in un post che spiega come eliminare i peli degli animali domestici in casa, il link risulta credibile ed è valido, a parità di altri fattori, ai fini di una strategia di link building sensata.
Da evitare invece siti in lingua diversa da quello da linkare o con contenuti senza senso.
Come è posizionato il sito che ti linka?
Il link che vai a mettere, sarà davvero utile ai tuoi contenuti? Google si fiderà di te?
Fiducia è una parola chiave per chi si occupa di posizionamento: l’algoritmo di Google infatti, in estrema sintesi, non fa altro che cercare i risultati più affidabili per rispondere alle richieste degli utenti.
Ovviamente nessun link da certezze assolute, tuttavia è bene considerare che quanto più Google si fida del sito che ci linka, tanto più si fiderà del tuo una volta seguito il link.
La cosa più semplice da fare per capire il livello di fiducia di Big G è cercare le query principali del sito e capire come è posizionato.
Guarda gli articoli più letti e quelli che hanno maggiore risalto una volta dentro il sito, per poi cercare le parole chiave associate.
Quanto è facile acquisire quel link?
Altro aspetto importante riguarda la facilità con la quale si possono acquisire i link che stai acquisendo.
Che vuol dire?
Vuol dire semplicemente che se inserisci link in siti di article marketing o in blog che chiedono pochi euro, un tuo competitor potrà acquisire i tuoi stessi link in un secondo.
Non è finita: in generale laddove è semplice acquisire link, in tanti andranno ad inserire il proprio e questo diminuirà inevitabilmente la forza e l’autorità che il link riesce a trasferire.
Questo è uno dei principali motivi per i quali si associa spesso un’attività di digital pr alla link building: con le relazioni, con il contatto con altri blogger e gestori di siti e blog si riescono spesso ad ottenere link più difficili da ottenere in altro modo, anche se questo richiede molto più tempo.
Si tratta di un dominio con una storia, un dropped o un sito nato da poco?
Molti si concentrano esclusivamente su dati come metriche e dati cumulativi, così se un sito ha tot backlink o tot metriche, allora va bene per inserire un link.
Allo stesso modo, su siti giovani e con un numero modesto di link in ingresso, anche se di qualità, molti non vogliono inserire link, convinti della loro scarsa efficacia.
Qui si crea davvero molta confusione, cerchiamo di fare chiarezza.
Per fare un lavoro preciso, per ogni link inserito devi fare un’attenta analisi dello storico del sito o blog che andrà a linkarti.
Ad esempio bisogna fare attenzione ai siti dropped: si tratta di siti che un tempo erano gestiti da qualcuno, che nel tempo avevano acquisito link ed autorità e che poi sono scaduti, non essendo stati rinnovati. A questo punto qualcuno li ha registrati nuovamente per poter godere degli effetti dell’autorità maturata nel passato dal dominio.
In certi casi chi acquisisce siti scaduti, mette su dei progetti molto interessanti. In moltissimi altri casi invece i siti vengono recuperati per operazioni di link building border line, PBN o ancora per farne blog che sfornano guest post a pagamento.
Questo genere di recuperati li riconosci subito: tutti gli articoli contengono link in uscita, non c’è pubblicità e spesso i post sono venduti a pacchetti e linkano n siti di una sola persona. Se il gioco è non lasciare traccia questi 3 elementi da soli fanno finire il gioco.
Al contrario esistono molti siti nuovi o relativamente nuovi, che hanno acquisito ancora poca autorità ma che crescono rapidamente: potrebbero essere molto interessanti anche se i numeri delle metriche dei vari tool non sono esaltanti.
In questo paragrafo in pratica, voglio dirti che bisogna andare più a fondo possibile, senza fermarsi all’apparenza e a sterili numerini.
Il link è messo come gli altri nel sito?
Come ti dicevo in apertura, in questo post non voglio affrontare alcuni argomenti quali metriche post pagerank o percentuali di ancore, ma proprio sulle ancore spenderò due parole.
Perché un profilo di backlink appaia naturale deve essere certamente composto da ancore secche, long tail, chiavi brand, link home, url, ecc. Ok, non voglio mettere in dubbio questo, non voglio neanche parlarne.
Quello di cui voglio parlare è la smania di rimanere appiccicati a questo genere di cose, tralasciando invece l’aspetto naturale di un link all’interno di un sito.
In pratica molti dicono: mi servono x link ad ancora secca (quindi se ci si vuol posizionare per scarpe rosse, il testo cliccabile sarà scarpe rosse) e y url (quindi l’indirizzo web del sito o del contenuto da linkare) e dopo non fanno altro che scrivere o far scrivere i guest, inserire i link secondo le proprie necessità e mandarli a chi li ospiterà.
Io preferisco assegnare una certa tipologia di link a siti che abitualmente linkano in quel modo.
Ad esempio se voglio inserire 2 link, uno con ancora secca ed uno con url, cercherò due diversi siti che abitualmente linkano in quel modo.
Conclusioni
Come avrai capito dalle mie parole, ci sono ancora tante cose da dire sulla link building, ma queste 5 sono quelle che ritengo alla base di tutto: senza queste nozioni infatti è inutile che guardi domain authority, Zoom rank, trust e citation flow e via dicendo.
Certamente i tool possono aiutarti, ma ricorda che Google si serve di quality raters: gente che gira per il web di persona per capire quanto un sito sia affidabile e se merita di essere visibile o no. L’occhio ed il ragionamento umano sono ancora molto importanti.
Se hai domande o considerazioni lascia subito il tuo commento!